venerdì 22 luglio 2011

Gli esempi più famosi del crowdfunding internazionale e non solo

Le piccole grandi idee italiane senza portafoglio possono iniziare a saltare fuori dai cassetti: sta arrivando nel nostro Paese una nuova piattaforma per il crowdfunding, ovvero la raccolta del capitale iniziale per dare vita a un progetto che il pubblico ritiene valga la pena veder decollare. I sostenitori possono versare da pochi euro (ne bastano due) fino a investimenti copiosi, e chi presenta la sua idea ha tempo un mese per raggiungere l'obiettivo che si era prefissato. C'è, per esempio, il giovane regista che ha bisogno di 40mila euro per girare un cortometraggio con cui farà il tour dei festival del mondo e che ha addirittura promesso un ruolo da protagonista nella sceneggiatura di chi sovvenzionerà un quarto del totale. Senza arrivare così in alto con le cifre richieste, tra i primi progetti ce ne è uno legato al design che chiede solo cinquemila euro, e altri che arrivano da tutta Italia (incluse idee dalla Sardegna e dalla Sicilia) e da ogni settore, anche se ad andare forte tra le richieste sono soprattutto la tecnologia, il fronte sociale, il cibo, la moda, il design, l'arte e la cultura.
BANCO DI PROVA - Basta poco per far fiorire un'idea, e il crowdfunding può aiutare nell'intento: anche il fondatore stesso di Eppela Nicola Lencioni, mentre seleziona i primi 50 progetti italiani da inserire sul suo portale di crowdfunding a partire dal prossimo 3 giugno, si è messo «in vendita» da solo. Oltre a un capitale iniziale con cui la società è partita, cerca di raccogliere altri dodicimila euro per portare avanti il suo lavoro e quello dei suoi collaboratori. A oggi ha raccolto quasi la metà della cifra, e ha ancora 11 giorni per arrivare all'obiettivo. Accanto alla sua offerta, altri 50 progetti compariranno online la prossima settimana, pronti a ricevere fondi.
OBIETTIVO RAGGIUNTO – Per chi riuscirà nell'intento e arriverà a tempo a raccogliere la cifra di cui ha bisogno, o addirittura racimolerà maggior capitale, la strada è spianata. Riceverà da Eppela i soldi, a parte la trattenuta del 5 per cento che resta in mano al portale. Chi non riesce invece, potrà sempre riprovare. In questo caso le offerte verranno restituite ai donatori e l'ideatore del progetto avrà tutto il tempo per pensare a cosa non ha funzionato. Perché la raccolta di fondi è solo uno dei tasselli per la riuscita, che va accompagnata – oltre alla validità dell'idea stessa - alla promozione online e a una buona presentazione. In questo senso un'idea che si appoggi a un sistema di micro-pagamenti come il crowdfunding deve saper usare il marketing virale, e sfruttare la scia dei social network. Per il "dopo", invece, sarà il mercato a decidere. Non a caso, chi lancia un progetto in questi portali ha spesso una prima occupazione, e usa la Rete per provare a mettere in pratica un sogno nel cassetto.
CROWDFUNDING FAMOSI – Mentre in Italia si parla molto di crowdfunding ma gli esempi sono ancora pochi (uno dei più interessanti, lanciato lo scorso anno, è quello di YouCapital.it per giornalisti con inchieste senza finanziamenti, voluto dall'Associazione Pulitzer), nel resto del mondo esiste almeno una piattaforma per ogni settore. Il più noto ai geek americani è Kickstarter (tra gli ultimi finanziamenti famosi vanta quello all'anti-Facebook Diaspora, dove anche Zuckerberg decise di investire facendo la sua offerta sul portale): nato nel 2009, in un anno aveva già raccolto oltre 15 milioni di dollari. In ordine temporale, uno degli ultimi nati è l'americano USA Projects, focalizzato sul settore culturale (arte, musica, danza, cinema, architettura) che in poche settimane ha raccolto donazioni per oltre un milione di dollari.

Fonte: Corriere della sera





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